Sono 5 i virus implicati (A, B, C, D, E), ma i più pericolosi sono il virus B responsabile dell’epatite B (Hbv) e il virus C responsabile dell’epatite C (Hcv) che provocano pochissimi sintomi nell’immediato e spesso vengono diagnosticate quando hanno già provocato gravi danni al fegato come la cirrosi epatica e il cancro. Vengono trasmessi attraverso il sangue, liquido seminale e secrezioni vaginali.
Ricordiamo che dal 1991 che è obbligatorio il Vaccino per l’epatite B, somministrato in 3 dosi nel primo anno di vita.
Fondamentale è la diagnosi precoce tramite:
- esami di laboratorio per confermare la presenza di antigeni o anticorpi (HBsAg, HBsAB, HBeAg, HBeAb, HBcAb IgM, HBV DNA), per valutare la funzionalità del fegato (enzimi transaminasi: GOT o AST, GPT o ALT; gammaGT, fosfatasi alcalina, bilirubina) e le eventuali alterazioni ematiche correlate (tempo di protrombina, emocromo, quadro elettroforetico)
- ecografia addome superiore per valutare lo stadio della malattia, evidenziare uno stato cirrotico, un’ipertensione portale con associata splenomegalia, trombosi vascolare, la presenza di noduli tumorali.
Importante poi è il follow-up, sotto la guida di uno specialista, tramite esami di laboratorio, markers tumorali (alfa-fetoproteina), ecografia addome Superiore, eventuale TC e/o RM con mezzo di contrasto, agobiopsia con esame istologico.
Le altre forme di epatite sono la A e la E che vengono trasmesse attraverso il consumo di alimenti e bevande contaminate il cui decorso generalmente è benigno, guarendo senza conseguenze.

Con il prelievo di sangue si avrà la presenza di anticorpi (anti-HAV) che testimoniano l’avvenuta infezione.
Infine c’è l’epatite D il cui virus infetta solo chi è stato già colpito dall’epatite B.
Centro Diagnostico San Pietro a Scafati
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